Leggi la testimonianza di Alessandra, una giovane ricercatrice del NeMO Clinical Research Center di Milano.

Le terapie per la SMA

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Spazio Focus: le terapie farmacologiche per la SMA

Dal 2014 ci occupiamo di malattie neuromuscolari come l’atrofia muscolare spinale, la SMA. È una malattia genetica rara che insorge in età pediatrica. Attacca i motoneuroni, le cellule nervose preposte al movimento dei muscoli, compromettendo progressivamente la capacità di movimento, respirazione e deglutizione.

La SMA è la prima causa genetica di morte per i bambini sotto ai due anni e interessa circa 1 neonato su 10.000. Ad oggi non esiste nessuna cura definitiva ma la ricerca ha raggiunto risultati impensabili tanto che si parla di cambiamento della storia naturale della malattia.

Vuol dire che grazie alla scienza sono oggi disponibili 3 diverse terapie farmacologiche per la SMA che permettono ai bambini di stabilizzare i sintomi se non di migliorarne alcuni aspetti. I farmaci da soli non sono sufficienti e vanno sempre affiancati da una importante attività di fisioterapia che consente di consolidare l’efficacia dei trattamenti farmacologici.

All’inizio del 2014 questa era solo una speranza, oggi è una bellissima realtà.

Gli studi hanno evidenziato come la tempestività nella somministrazione delle terapie famacologiche sia importantissima rispetto ai risultati che si possono raggiungere. Per questo l’Associazione Famiglie SMA, costituita dai genitori di bambini SMA, ha avviato dei progetti pilota di screening nel Lazio e in Toscana per favorire lo screening neonatale. Manca un ultimo importantissimo passo affinché venga allargato a tutto il territorio nazionale. Individuare la malattia prima che questa sia sintomatica e somministrare tempestivamente le terapie ai piccoli pazienti, può permettere uno sviluppo motorio sovrapponibile a quello di bambini senza SMA. Una vera rivoluzione!

Dall’altra parte è bene sottolineare come tutte e tre le terapie disponibili oggi per il trattamento della SMA non siano in grado di restituire all’organismo i motoneuroni già persi nei piccoli pazienti. Per questo motivo si parla di terapie e non di cure risolutive.

Le terapia per la SMA

Spinraza Nusinersen

In Italia Spinraza è stato approvato dall’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) nel 2017 ed è stato la prima terapia farmacologica disponibile per i bambini affetti da SMA.

Come detto la SMA è causata da un difetto del gene SMN1 che non riesce a produrre la proteina SMN che tiene in vita i motoneuroni permettendo loro di dare l’impulso al movimento ai muscoli. Chi è affetto da SMA però possiede il gene SMN2 correttamente funzionante e che produce una proteina SMN più “corta”. Spinraza consente al gene SMN2 di produrre una proteina SMN a lunghezza completa che si sostituisce alla proteina mancante alleviando così i sintomi della malattia.

Spinraza va assunto in regime di ricovero e con la supervisione di medici esperti. Si tratta di una iniezione spinale da effettuare a intervalli precisi: la prima dose deve essere seguita da altre 3 dosi, dopo 2, 4 e 9 settimane e successivamente da una dose ogni 4 mesi per tutta la vita.

Gli studi hanno dimostrato che nel 51% dei casi in cui viene somministrato Spinraza i piccoli pazienti hanno migliorato il controllo della testa, nel rotolarsi, stare seduti, gattonare, alzarsi in piedi e camminare. La maggior parte dei neonati trattati con Spinraza è sopravvissuta più a lungo e ha richiesto una respirazione assistita più tardi rispetto ai bambini che avevano ricevuto il placebo.

Zolgensma

A marzo 2021 è stato approvato il trattamento più costoso al mondo (circa 2 milioni euro) per i pazienti affetti da SMA di tipo 1, la forma più grave e in pazienti pre-sintomatici. Si tratta della famosa terapia genica che nello specifico si basa su un vettore virale reso inoffensivo e usato come navetta per veicolare il gene umano mancante nelle cellule motorie del midollo spinale permettendo di ripristinare la proteina SMN1 mancante. La somministrazione avviene in unica infusione per via endovenosa, della durata di circa un’ora, ed è seguita da un mese circa di terapia a base di corticosteroidi.

In Italia, la terapia è interamente a carico del Sistema Sanitario Nazionale, viene somministrata ai bambini affetti da SMA 1 fino ai 13,5 kg di peso. AIFA ha anche stabilito l’utilizzo del farmaco a titolo gratuito per i piccoli pazienti tra i 13,5 kg e i 21 kg di peso quando inseriti all’interno di studi clinici volti a studiare l’efficacia e la sicurezza di Zolgensma in questa fascia di popolazione.

Risdiplam

Risdiplam è l’ultima terapia per la SMA approvata da EMA (European Medicine Agency). Anche questo farmaco, come già Spinraza, agisce sul gene SMN2 consentendogli di produrre una proteina SMN di lunghezza corretta che è quindi in grado di trasmettere ai motoneuroni l’indicazione del movimento.

Una differenza fondamentale sta nella somministrazione del farmaco che avviene per via orale, come fosse un qualsiasi sciroppo, quotidianamente e al domicilio (anche con sondino naso gastrico). È indicato per pazienti dai 2 mesi di vita in su e soprattutto è accessibile anche a chi, per ragioni cliniche, non può sottoporsi ad una infusione spinale per ricevere Spinraza.

L’approvazione di Risdiplam è fondamentale per i pazienti affetti da SMA perché amplia moltissimo la platea di persone che possono accedere ai trattamenti terapeutici per questa patologia.

Dettagli sulla SMA

La SMA si manifesta nei primi mesi di vita del bambino ed è causata da un difetto del gene SMN1 che codifica la proteina SMN (Survival Motor Neuron) impedendo la sopravvivenza dei motoneuroni, le cellule nervose che trasportano i segnali dal sistema nervoso centrale ai muscoli, controllandone il movimento.

I pazienti affetti da SMA hanno un numero variabile di copie di un secondo gene, SMN2, che produce una forma accorciata della proteina SMN, dotata di una funzionalità ridotta rispetto alla proteina SMN completa (quella codificata dal gene SMN1 sano). Il numero di copie del gene SMN2 è quindi alla base della grande variabilità della patologia, con forme più o meno gravi e un ventaglio sintomatico molto ampio.

Sulla base dell’età d’esordio della malattia e della gravità dei sintomi, sono state distinte quattro diverse varianti di atrofia muscolare spinale. I pazienti con SMA di tipo 1 (SMA1), la forma più grave di SMA, producono pochissima proteina SMN. La patologia esordisce prima dei 6 mesi d’età, compromette l’acquisizione delle capacità motorie, la respirazione e la deglutizione, e i bambini che ne sono affetti non sono in grado di vivere oltre i 2 anni senza supporto respiratorio. I pazienti con SMA di tipo 2 e di tipo 3 presentano, generalmente, un maggior numero di copie del gene SMN2, producono maggiori quantità di SMN e quindi presentano varianti meno severe della condizione. L’esordio della SMA2 avviene, indicativamente, tra i 6 e i 18 mesi di vita, mentre la SMA3 compare dopo i 12 mesi di vita (solitamente tra l’infanzia e l’adolescenza). La SMA di tipo 4 (SMA4), infine, esordisce in età adulta e rappresenta, in assoluto, la forma meno grave di atrofia muscolare spinale.

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